Sir Timothy John Berners Lee (Londra, 8 giugno 1955) è un informatico britannico coinventore insieme a Robert Cailliau del World Wide Web.
Tim Berners Lee ha coniato il nome di World Wide Web (W.W.W) ha scritto il primo server per il World Wide Web, httpd, e il primo client (un browser e un editor), WorldWideWeb, nell'ottobre del 1990. Ha scritto inoltre la prima versione del linguaggio di formattazione di documenti con capacità di collegamenti ipertestuali conosciuto come HTML.
Nel 1993 Tim Berners Lee venne intervistato dalla testata TG1 della RAI. I suoi diretti superiori al CERN vennero interrogati, nel corso dell'intervista, sulla possibilità che il CERN promuovesse, anche con fondi speciali di ricerca delle Commissioni Europee, l'idea del WWW e la sua promozione industriale. Il direttore del CERN, il fisico italiano Carlo Rubbia, disse che non riteneva compito del CERN promuovere quella pur brillante idea. Tim Berners Lee accettò l'offerta di Mike Dertouzos del MIT, lasciando il CERN per il Laboratory for Computer Science (LCS) del prestigioso Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston, presso cui nel 1994 fondò il World Wide Web Consortium (W3C).
Il 15 novembre 2011, intervenendo a Roma all'iniziativa Happy Birthday Web, lo scienziato ha parlato della situazione di Internet oggi e della necessità di garantire accesso e privacy. Il web e la rete Internet in generale sarebbero però in pericolo: "dobbiamo iniziare a parlare di diritto all'accesso al web e di diritto a non essere spiati. Internet deve restare gratis, aperto e neutrale". Questo strumento di comunicazione dev'essere impiegato senza timori e con la consapevolezza che esso è utile per crescere, dal punto di vista sia culturale che economico. "I governi devono usare il web come supporto perché aumenta l'efficienza e l'accessibilità ai dati".
Parla Tim Berners Lee, il padre del www:
"Con la mia invenzione non mi sono arricchito e c'è ancora una sfida da vincere: il divario digitale.
"NON C'E' STATO un momento "eureka" nella creazione del Web. Un momento preciso in cui ho detto: è fatta! È stato piuttosto un percorso lungo. Se devo indicare un inizio potrebbe essere addirittura il 1980 quando scrissi un programma che si chiamava Enquire: io ero un giovane fisico e lavoravo al Cern di Ginevra. Quel programma mi serviva a tenere traccia del complesso di relazioni fra persone, idee, progetti e computer di quella straordinaria comunità di scienziati. Era solo ad uso personale. Poi nel 1989 scrissi un memo ai miei capi, un memo storico anche se allora non potevo saperlo. Proponevo di creare uno spazio comune dove mettere le informazioni a disposizione di tutti: lo chiamai il Web. L'idea era avere una rete dove chiunque potesse facilmente avere accesso a qualunque informazione, e dove aggiungere informazioni fosse altrettanto facile. Nel 1991 già funzionava fra gli scienziati e ho iniziato a diffonderla nel resto del mondo. Sono passati vent'anni esatti e posso dire che abbiamo avuto un certo successo...". Tim "C'è una battaglia, o meglio, una tensione costruttiva, fra l'esigenza di fare soldi e quella di innovare. Un'azienda può avere la necessità di controllare l'intero sistema per fornire buone prestazioni e acquisire clienti e quindi pagare bene i propri programmatori. Ma se finisce con l'essere troppo dominante e chiusa limitando la libertà della gente, perderà mercato. Un giardino meraviglioso ma chiuso non può competere con la bellezza di una folle e indomita giungla".
"Sì, sono entusiasta di progettare, tra le altre cose, strumenti per il Web semantico che si basano sul concetto di dati collegati fra loro. Il Web semantico riguarda i dati, mentre i motori di ricerca lavorano con documenti ipertestuali. La sfida dei motori di ricerca è stata di cercare di creare una struttura dove non c'era alcuna struttura, tentando di infondere ordine e significato laddove non vi erano né ordine né significato; mentre con i dati l'ordine e il significato ci sono già. Quando si dispone di dati in un archivio, essi sono già ben ordinati e ben strutturati e hanno un significato molto più definito di gran parte dei contenuti presenti sul Web. Adesso finalmente sempre più persone stanno capendo il valore dei "linked open data". Sarà così il nuovo Web e sarà più intelligente".
"Vorrei solo ricordare il sito "WebFoundation.org". Si tratta di una nuova Fondazione per combattere il divario digitale: c'è un vero abisso di opportunità tra coloro che hanno Internet e utilizzano il Web in modo efficace, e tutti gli altri. Di fatto, il collegamento alla Rete sta diventando così importante per l'umanità che ormai potremmo pensare all'accesso ad Internet come a un diritto universale. Il Nobel per la pace Liu Xiaobo ha definito Internet un dono di dio; bello, ma io preferisco parlarne come di un diritto dell'uomo".
"Sì, sono entusiasta di progettare, tra le altre cose, strumenti per il Web semantico che si basano sul concetto di dati collegati fra loro. Il Web semantico riguarda i dati, mentre i motori di ricerca lavorano con documenti ipertestuali. La sfida dei motori di ricerca è stata di cercare di creare una struttura dove non c'era alcuna struttura, tentando di infondere ordine e significato laddove non vi erano né ordine né significato; mentre con i dati l'ordine e il significato ci sono già. Quando si dispone di dati in un archivio, essi sono già ben ordinati e ben strutturati e hanno un significato molto più definito di gran parte dei contenuti presenti sul Web. Adesso finalmente sempre più persone stanno capendo il valore dei "linked open data". Sarà così il nuovo Web e sarà più intelligente".
"Vorrei solo ricordare il sito "WebFoundation.org". Si tratta di una nuova Fondazione per combattere il divario digitale: c'è un vero abisso di opportunità tra coloro che hanno Internet e utilizzano il Web in modo efficace, e tutti gli altri. Di fatto, il collegamento alla Rete sta diventando così importante per l'umanità che ormai potremmo pensare all'accesso ad Internet come a un diritto universale. Il Nobel per la pace Liu Xiaobo ha definito Internet un dono di dio; bello, ma io preferisco parlarne come di un diritto dell'uomo".
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